PIERO RAGONE è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale.

martedì 22 luglio 2014


UN NUOVO MESSIA

Il Segreto delle Ere (Macro Edizioni) rivela uno straordinario disegno millenario che accompagna l’Uomo sin dalla sua comparsa sulla Terra: la corrispondenza di alcune costellazioni zodiacali con specifiche regioni sudorientali del bacino mediterraneo indica il luogo e il tempo dell’Avvento dei Messia. In passato e in un futuro prossimo.

Ogni volta che il mondo della ricerca ha affrontato lo studio della figura di Gesù, cristianamente inteso come il Messia, il Figlio di Dio, l’argomento ha suscitato imbarazzo e perplessità; non solo perché evoca tematiche evangeliche ed escatologiche nei confronti delle quali la scienza ha sempre mostrato scetticismo ma, soprattutto, perché gli studi intrapresi negli ultimi anni hanno messo fortemente in dubbio la sua veridicità storica e sollevato la questione se il discorrere della presenza messianica abbia ancora senso nel contesto sociale contemporaneo, così mutato nelle aspirazioni e nel modo di rapportarsi alla materia religiosa. L’Uomo del nuovo millennio ha bisogno di un Messia? Nel nostro mondo ha ancora senso parlare di Messia?
Influenzato dal dogma dell’unicità dell’evento da cui è nata la religione cristiana, il pensiero occidentale ha sempre identificato Gesù come il solo Messia, confinando implicitamente un intervento divino così diretto e decisivo nelle vicende umane in un unico momento storico, risalente a più di duemila anni fa, e in un luogo circoscritto della Terra, l’antica Palestina.
Complice la clandestinità cui la fede in Gesù è stata costretta nei primi secoli della sua esistenza, il Cristianesimo ha avuto una genesi tortuosa, differente da religioni come l’Islam, e non può vantare un archivio storico delle proprie origini equiparabile a quello dell’Ebraismo; la dottrina cristiana a noi oggi nota si fonda su pochi e contradditori scritti (il Nuovo Testamento), la cui autenticità è costantemente messa in dubbio da studiosi di tutto il mondo. Soprattutto negli ultimi tempi, l’indirizzo della ricerca storica e archeologica si è profusa in un’invettiva anti cristiana che ha raggiunto un’aggressività forsennata nei confronti dei suoi testi sacri (la Bibbia) e della sua figura principale (Gesù).
Una presa di posizione irriverente nei confronti di una fenomenologia che non riguarda solo la realtà occidentale, ma che è condivisa in tutto il pianeta tanto dai popoli dell’antichità quanto dalle confessioni del nostro tempo; l’attesa e la certezza dell’intervento divino nelle vicende umane è patrimonio fondamentale delle culture di tutto il mondo, e i testi sacri di ogni religione rappresentano sia la testimonianza di un contatto passato, sia la speranza di un futuro, nuovo ritorno.


Un Sole in Cielo, un Sole sulla Terra
 

In principio, Il Segreto delle Ere si proponeva di proseguire lo studio dei misteri dell’Antico Egitto inaugurati da Custodi dell’Immortalità, concentrandosi in particolare sull’enigmatico faraone Akhenaten; il lavoro su questo misterioso personaggio, e le sospette somiglianze della sua vita e delle finalità del suo agire con quelle del biblico Mosè (sull’analisi dettagliata delle due figure rimando alla lettura del testo), hanno rivelato una realtà sconcertante: il movente occulto delle vicende umane non è nelle dinamiche politiche, sociali, religiose, economiche o belliche addotte dalla Storia ma un principio, antico quanto il mondo, che impone agli uomini di tradurre la geografia stellare sulla Terra e di seguirne pedissequamente i movimenti. Perché? Quale obiettivo si doveva perseguire?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo riconsiderato il lavoro di Robert Bauval, già oggetto di approfondimento in Custodi dell’Immortalità; secondo l’autore de Il Mistero di Orione, la corrispondenza tra le tre piramidi della Piana di Giza e le tre stelle della Cintura di Orione aveva il duplice scopo di fissare, con riferimenti astronomici, l’epoca in cui erano state realizzate e, attraverso una complessa cerimonia, trasferire le anime dei faraoni nel grembo della costellazione di Orione, luogo del loro riposo eterno.
Un’opera così esemplare e di rara perfezione non può essere considerata un episodico esercizio che aveva impegnato gli antichi Egizi in uno sforzo architettonico straordinario, ma fine a se stesso, per collegare la Terra al Cielo. Il Segreto delle Ere dimostra che la corrispondenza tra Giza e Orione è il perno che consente la corretta sovrapposizione di alcune costellazioni zodiacali dell’emisfero boreale con specifiche regioni sud orientali del bacino mediterraneo, allo scopo di adeguare le vicende terrestri ai movimenti astronomici; in tal modo, all’ingresso del Sole in una nuova dimora zodiacale sarebbe corrisposto un avvenimento di rara importanza sulla Terra: l’Avvento del figlio di Dio (o degli dèi). In tutto il mondo si narra di personaggi straordinari, inviati dalle divinità per affrancare il genere umano da uno stile di vita corrotto, liberarlo dalle grinfie del male e guidarlo verso un più elevato grado di sviluppo e civilizzazione: Viracocha per gli Inca, Kukulkàn per i Maya, Quetzalcóatl per gli Aztechi, Thoth, Osiride, Horus per gli Egizi, Mitra, Surya in Medio Oriente e, infine, Mosè e Gesù nel mondo ebraico e cristiano.

Le costellazioni zodiacali situate al disopra di Orione;
le regioni sudorientali del bacino mediterraneo, con l’Egitto e la Palestina in evidenza.

Questi personaggi sono definiti in vari modi: eletti, messaggeri, avatar, prescelti, figli di Dio, figli del Cielo; noi, attenendoci alla formula ebraica, li chiameremo Messia, un termine che deriva dall’ebraico mashīa, traducibile come “l’unto”, “il prescelto” ma che, col tempo, ha assunto il più ampio significato di “atteso liberatore o salvatore”.

La speranza in un futuro ritorno dei Messia è il cuore pulsante di ogni fede e l’anima di tutte le religioni: gli Inca attendono Viracocha e i Maya Kukulkan; gli induisti sostengono che Visnu ha dieci reincarnazioni, o Avatar, l’ultima delle quali, Kalki, nascerà alla fine dell’Era contemporanea, la Kali Yuga; per il Cristianesimo, Gesù è stato l’unico figlio di Dio, giunto sulla Terra per redimere l’Umanità, ma farà ritorno per concludere la sua missione redentrice; l’Ebraismo, non credendo nell’identità messianica di Gesù, ritiene che l’unto del Signore, in greco Χριστός (Christòs), debba ancora giungere.
Questa attesa è un mero vagheggiamento religioso e un miraggio privo di fondamento, oppure è possibile individuare tracce di verità in una speranza che, nonostante i dinieghi della storiografia moderna (secondo la quale, tanto i vari Thoth, Osiride, Horus, quanto i biblici Mosè e Gesù non sono mai esistiti), continua ad essere viva in tutto il mondo?
Le rispettive culture hanno identificato Horus, Surya, Mitra e Gesù e molti altri semidèi con il Sole; non a caso, si celebrava la loro nascita nella stessa data, il 25 dicembre, giorno in cui, dopo il solstizio invernale, il Sole rinasceva avviandosi trionfalmente verso il solstizio estivo.

“Il termine Sole deriva dal latino sol, che in inglese si tradu­ce sun, versione moderna dall’antico britannico sunne (proto­germanico sunnon, gotico sunno); dalla radice sn deriva il so­stantivo son, che vuol dire “figlio”, la cui forma antica era sunu (indoeuropeo sunu, protogermanico sunuz, gotico sunus). In lingua tedesca, figlio si dice sohn, mentre Sole si traduce sonne. L’evidente origine comune delle forme son e sun consente di stabilire un legame tra i sostantivi figlio e Sole.”[1]

Se i Messia inviati da Dio (o dagli dèi) rappresentano il Sole sulla Terra, per effetto della legge ermetica, secondo cui come è in Cielo, così deve essere in Terra, l’ingresso del Sole in una nuova dimora zodiacale coincide con la nascita del nuovo Sole tra gli uomini, nel luogo e nel tempo indicati dalla corrispondenza che abbiamo rilevato.
Il lavoro di ricerca condotto ne Il Segreto delle Ere ha mostrato come le Ere trascorse (Gemelli, Toro, Ariete) e quella attuale (Pesci) hanno beneficiato della Venuta di un Messia che non è, quindi, una peculiarità di un solo luogo e di un’epoca storica, ma un fenomeno periodico scandito dal transito del Sole da una costellazione zodiacale alla successiva. È una scoperta dalle conseguenze decisive: se in ogni Era si è verificato l’Avvento di un Messia, siamo sicuri che ciò accadrà anche in futuro. È questo Il Segreto delle Ere, la conferma che gli avventi messianici sono una certezza storica, documentabile, reale, e non una speranza alimentata dal fervore religioso (..).

(il seguito nel n.65 del marzo 2014 della rivista Fenix, diretta da Adriano Forgione)


[1] Piero M. Ragone, Il Segreto delle Ere, Macro Edizioni, 2013, p. 170.