PIERO RAGONE è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale.

venerdì 14 giugno 2019

IL LIBRO CHE NON DOVEVA ESSERCI

Questa è la parte più difficile.
Alla fine del 2017 ero in condizioni preoccupanti; il consiglio era mollare almeno tre mesi prima, ma ho insistito per onorare gli impegni. Negli ultimi due convegni ho accusato malesseri, in una circostanza sono svenuto sul treno e, dopo l’ultimo appuntamento pubblico dell’anno, sono crollato. Come dice Rimbaud: “Avevo uno sguardo così perso e un aspetto così smorto che quelli che incontravo forse non mi hanno nemmeno visto”.

Era arrivato il momento di fermarmi, e di affrontare il mio “Drago”. Ma, constatata l’impossibilità di rimettermi in tempi brevi, il periodo sabbatico si è trasformato in un mesto ritiro. Il parere diceva che non si torna come prima dopo una battaglia come questa, contro un nemico impercettibile eppure letale.
Non l’ho detto quasi a nessuno, ma ero convinto che fosse la fine. Per lunghissimo tempo, ho vissuto come se la mia esperienza “pubblica” fosse finita lì.In queste circostanze succede che ti rinchiudi nel tuo monastero mentale e pensi di essere al sicuro, perché nessuno potrà ritrovarti in un posto così sperduto. E, invece, come annuncia il titolo del libro, il destino si è fatto vivo. Non ha bussato, ha buttato giù le porte del mio rifugio.Era il momento di definire la situazione, così l’editrice Sonia Borghi delle Edizioni Verdechiaro mi chiede su quale progetto stessi lavorando. Rispondo che non scrivevo più. Avevo raccolto, come sempre, una quantità notevole di appunti e riflessioni in quel periodo di pausa obbligata, ma non avevo intenzione di pubblicarli. Lei non cede, mi spiega quanto valore potrebbero avere quei pensieri per tutti quelli che hanno sempre seguito il mio lavoro, e ipotizziamo un’uscita in primavera.Per un po’ mi convinco e mi dedico a riordinare il materiale, ma percepivo la mancanza di un movente, di un binario su cui scorrere fluido. La verità è che non c’era destinazione perché io non ne avevo una.A fine gennaio, avevo per le mani tanti buoni strumenti e una melodia senz’anima, ed è allora che mi fermo ancora e dico no. Ormai ho chiuso, ripeto, no, non voglio pubblicarlo, non esco con questo lavoro. La cosa non si fa.Ma è qui che una frase cambia tutto: “Finché resti con me – dice - non ti permetto di mollare. Nel calendario 2019 c’è il tuo nome. Non deludere tutti quelli che ti stanno aspettando. Pensa a quanti potrebbero aver bisogno di un esempio”.
E così ho trovato la tessera mancante per completare il lavoro: un lieto fine, un motivo per cui valesse la pena tornare a fare ciò che amo. La possibilità di essere d’aiuto, di contribuire a salvare ciò che resta della luce interiore che ogni giorno cercano di spegnerci.
Ho imparato che un eroe è chi porta a termine quello per cui è venuto al mondo.
Se la mia vita fosse stata una fiaba, non poteva concludersi con un silenzioso sipario che si chiude prima dell’ultimo atto. Le favole si chiudono con un “vissero felici e contenti”.
La mia esperienza personale, che non augurerei a nessuno, poteva essere d’aiuto a chi, combattendo lo stesso “Drago”, avrebbe potuto trovare in queste pagine un motivo in più per non dargliela vinta.

Non sono maestro di nulla, sono solo uno che si incontra sulla strada che ci porta verso quel lieto fine, se decidiamo di dedicare la nostra vita a realizzarlo.
 
Prima di questo evento, avevo solo ragioni per non mollare ma, credetemi, non è sufficiente per essere felice.
Ora ho un motivo per lottare, e comincio a percepire un mondo diverso. La chiamano “seconda occasione”. Ed è quella che non si spreca mai.

Se ce l’ha fatta uno qualunque come me, che è medaglia d’oro in sbagli multipli teorici e pratici, allora può farcela ognuno di voi che ha più talento, determinazione ed entusiasmo di quanto io potrò mai disporre.
Per diventare un buon ricercatore devi applicarti e studiare.
 Per diventare un buon essere umano devi imparare a vivere.
Il mio destino mi ha trovato nonostante il mio testardo impegno ad evitarlo. Il mio augurio, ora, è che succeda lo stesso anche a Voi.