PIERO RAGONE è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale.

lunedì 6 aprile 2020

TESTE CHE ESPLODONO

Era un torrido pomeriggio di mezza estate. Da queste parti, le strade di campagna sanno essere desolate come un deserto, non incontri altre auto o anima viva per tutto il tragitto, a volte.
Sei solo in mezzo al nulla, ma quella era l'unica via per raggiungere il posto di lavoro, e in quel periodo la mia destinazione era il set di una serie tv in cui lavoravo come tuttofare. 
Anche un viaggetto così può essere pericoloso, persino a 100 kmh (ok, forse un pò di più) perché basta un niente per perdere il controllo, quando le strade sono abbastanza strette e l'asfalto è così lucido da specchiarti, ed è facile distrarsi con il panorama sonnolento.
E' stato sufficiente un animaletto qualunque (forse un gatto, ma non ne sono certo) per farmi perdere il controllo dell'auto, una sterzata audace per salvare la vita alla creatura, e mi sono ritrovato infilato come un proiettile nel bel mezzo di un muretto a secco, in bilico tra la strada e due metri di precipizio sotto.

Dopo lo schianto, non ho ricordi lineari. So di aver sbattuto la testa contro il volante. So di aver sentito una sensazione di ghiaccio profondo dietro il collo, ma poi nulla che sia inquadrabile razionalmente.

Solo flash: lo sportello che non si apre, mentre un signore urla e cerca di liberarmi. Poi buio. L'asfalto bollente che mi brucia la schiena. Poi niente. Acqua sulla mia faccia. Poi buio di nuovo. Io sull'ambulanza. Poi ancora zero.
Quel giorno indossavo una magliettina gialla fosforescente appena comprata, una specie di gilè senza maniche. Lo schianto mi aveva fatto sbattere il naso al volante, e la cintura di sicurezza mi aveva lacerato almeno 20 cm di collo. Dal naso in giù, ero una maschera di sangue, sembravo Hannibal Lecter, e la maglia aveva una nuova striscia centrale color rosso rappreso.
Mi sentivo la testa esplodere, letteralmente. Ad ogni movimento, credevo che avrei sentito un colpo più forte dello schianto e che la testa sarebbe saltata via come un tappo.



L'aspetto grottesco è che in quel periodo stavo approfondendo il genere stoner, e i Monster Magnet sono maestri indiscussi nel campo. Potenza allo stato puro, aggressivi e cristallini, pieni di vita, a volte con un eccesso di confidenza. E poi c'era Dave, con cui ci prendevamo a pelle. 

La mia canzone preferita di Wyndorf & Co. è sempre stata Head Explode, un concentrato di nitroglicerina denso e tagliente che ha fatto da sfondo a una pellicola coraggiosa come Dracula's Legacy


Clicca sull'immagine per ascoltare Head Explode dei Monster Magnet

Quando mi sono schiantato, stavo ascoltando proprio loro, proprio questo brano.

Surreale, drammatico contesto ma molto, molto
rock, ringraziando Wyndorf. 
L'unica cosa che sono riuscito a dire all'infermiere che mi portava via è stata una delle mie ridicole frasi, nel caso in cui quella fosse stata la mia ultima occasione.

"Non fatemi crepare come
James Dean, sennò mi incazzo".
Poi sono svenuto, almeno credo. 
Mio padre mi disse che non era il caso che vedessi com'era ridotta l'auto, accartocciata su se stessa, con il posto del guidatore compresso e tutto il resto a brandelli. 
Lei era ormai da cestinare. Io non ancora.
Come ne sono uscito quasi incolume?
Boh.
Me la sono cavata con sei mesi di fisioterapia, e il resto dell'estate con il collare.
Era il 2006. O forse il 2007.
Head Explode è ancora nella mia top 20.