La linea che separa luce e oscurità si chiama coscienza; guardare l’ombra significa sondare la terra di confine tra ciò che siamo e ciò che temiamo di poter essere.
L’ombra esterna ha un’estensione; quella interiore ha profondità.
L’oscurità è l’ombra del corpo, il Drago è l’ombra dell’anima.
La zona oscura termina dove comincia la ricerca.
La vita da dormienti che conduciamo fino all’incontro con il Drago è una lunga, silenziosa, ovattata incubazione del momento; quando la nostra luce fallisce, puntiamo il dito contro
l’ombra che ci segue ad ogni passo.
«Qualcosa lungo il tragitto ti ha cambiato – ha fatto notare Rocky Balboa a me e a suo figlio Robert nel sesto film della saga (2006) – crescendo, sono aumentate le difficoltà e hai permesso a uomini qualunque di dirti che non sei capace. Così hai cercato un colpevole e l’hai trovato in un’ombra: se lasci che prenda il sopravvento, ti metterà in ginocchio e ti lascerà senza nulla, per sempre. Finché non avrai fiducia in te stesso, non avrai mai una vita.»
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Cerchiamo i colpevoli in un’ombra: persuasi di aver fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per affermarci, addebitiamo il nostro fallimento ad un rivale o ad un limite interiore, sprechiamo energie commiserando noi stessi e ammettiamo, inermi, l’invincibilità di chi abbiamo di fronte.
Quando accettiamo il tramonto delle nostre ambizioni come prassi della vita da adulti, non abbiamo ascoltato la voce della coscienza ma il sibilo insidioso di un avversario che si veste di menzogna.
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IL TUO DESTINO TI TROVERA' PER QUANTO LONTANO TU POSSA ANDARE
di Piero Ragone
Verdechiaro Edizioni