PIERO RAGONE è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale.

venerdì 20 dicembre 2019

IL SIGNIFICATO della PREGHIERA (2)

La preghiera non è mai stata intesa coma una supplica rivolta ad un dio altrimenti distratto. la parola chiave non è CHIEDERE, non si prega per inviare una richiesta via fax astrale.

Il verso citato nel post precedente dice che il Padre invia il pane del cielo, e lo fa comunque, non aspetta che qualcuno lo chieda, è un donare spontaneo, è la sua natura, è insito nell'essere Dio, D-o, origine, dazione pura. Che sia inteso come un essere senziente o come una fonte, una sorgente che sempre si dona, il movimento è sempre lo stesso, dall'origine a noi.

Il punto è che la costante donazione di sè non coincide con la nostra ricezione. Non è detto che noi siamo in grado di far nostro quel "pane".

Siamo anche materia, siamo anche carne e la nostra attenzione è quasi integralmente assorbita dalle faccende quotidiane e terrene.

La preghiera è sempre stata considerata l'antidoto contro questa pericolosa attitudine. E' un atto che consente di essere ricettivi perché le parole, l'attitudine, il luogo e persino la postura (che è più importante nelle filosofie orientali) predispongono corpo, mente e spirito ad accogliere quel pane.


La parola chiave è RICEVERE. 
Questo è lo scopo del pregare. Non chiedere - già riceviamo, e non si tratta di doni materiali - ma predisporsi a ricevere correttamente.
Non serve chiedere se già riceviamo, il pretendere con un "dammi", "voglio" non è religione ma presunzione o illusione. In ogni caso non è e non sarà mai "pregare".
Se la nostra fibra è impermeabile a ricevere doni spirituali, potremo spendere una vita intera in full immersion di preghiera, non otterremo mai niente.


Pregando, ci solleviamo dalla dipendenza dalla materia, ci distacchiamo dalle cose futili e ci dedichiamo pienamente alla cura dello spirito, e va da sè che questo indirettamente riallinea le nostre percezioni.
                       

Anche se non è la via ortodossa, ho sempre usato questo giochino per aiutare a comprendere.
In italiano diciamo: GRAZIE! e rispondiamo PREGO!
in inglese si dice THANKS! e si risponde YOU'RE WELCOME!

Prego = Welcome. Il pregare è il nostro benvenuto ai doni che comunque sono elargiti ma che spesso non siamo predisposti a ricevere.

Ci vediamo al bivio, ragazzi