Leggendo Eliphas Levi ci si rende conto che, in una dimensione temporale eterna, gli errori commessi sono considertai irrimediabili. E' sufficiente ricordare la sorte che spetta agli angeli caduti, rei di aver disobbedito e, per questo, sono stati condannati ad espiare in eterno la loro colpa.
Al contrario, in una realtà finita e limitata come quella in cui ci muoviamo, ogni errore è rimediabile; è forse questa la bellezza, ma anche il rischio, del libero arbitrio umano. Possiamo sempre rimettere le cose a posto.
Dev'essere la ragione per cui siamo tanto esposti alla bramosia parassitaria di certe creature: i nostri errori diventano irrimediabili solo se ripetuti costantemente nel tempo. Un errore perpetuo ci rende simili ad un angelo caduto.
Il nostro sbaglio diventa eterno nel momento in cui ci ostiniamo a non porre rimedio.
Il bello della vita è la possibilità di fare sempre la cosa giusta, e se non ci siamo riusciti, di riprovarci la volta successiva, e un'altra volta ancora.
Ecco perché non vorrei essere un angelo.
E' meglio qui.
Ci vediamo al bivio, ragazzi.