PIERO RAGONE è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale.

domenica 20 agosto 2017

UN PENSIERO PIU' VELOCE DELLA LUCE

Uno dei paradossi con cui gioca la Scienza quando si confronta con il Tempo dice: se io inviassi alla velocità della luce un messaggio vocale (perdonatemi, scelgo qualcuno a caso tra gli Amici) a FrancescaIlenia,Daniele e Gabriele, loro riceverebbero il mio messaggio PRIMA che io lo abbia inviato.
Non è possibile, diremmo tutti, eppure questo PRIMA lo abbiamo giù sentito: Matteo 6,7-8 
"Quando pregate, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole; il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ANCOR PRIMA che gliele chiediate".
Matteo (o chiunque sia l'autore del testo) dice proprio così, "(...) προ του υμας αιτησαι αυτον" "(...) PRIMA che Voi chiedete a Lui". Il Padre riceve PRIMA quello che non abbiamo ancora espresso a voce perché il pensiero non ha la stessa consistenza del suono; ha una velocità, una "leggerezza", una composizione differente. Ora, sappiamo che la Parola ha un potenziale eccezionale, sia creativo sia distruttivo; ma il pensiero è ciò che da' potere alle parole. 
Alzi la mano chi non si è mai portato sfortuna da solo, per poi dire "Ecco, lo sapevo ..."; "Capitano tutte a me" o "Ne ero certa che sarebbe andato storto!".
Quante volte diciamo: "Lo sentivo che avresti risposto così"; oppure "In qualche modo sapevo quello che stavi per dirmi". Non si tratta di poteri sovrannaturali. E' il pensiero che ha una velocità maggiore e, se siamo predisposti a quel tipo di "ascolto", lo percepiamo PRIMA che sia proferita parola. 
L'aspetto poco piacevole è questo: la maggior parte dei pensieri che abbiamo sono negativi. Su noi, sul mondo, sugli altri. Sono davvero pochi gli ambiti nei quali ci riteniamo pienamente soddisfatti. Pensiamo in modo contorto, diciamo cose contorte, accadono cose contorte.
Neale Walsch, nelle sue "Conversazioni con Dio", ha scritto qualcosa che suona più o meno così (non ho io testo con me) "Come prima cosa, noi pensiamo, e questo condiziona tutto il resto, l'elaborazione e l'azione che ne seguono o NON seguono, se il pensiero ci suggerisce di non far nulla"; ma Dio gli risponde: "Prova a invertire l'ordine, agisci, elabora ciò che hai fatto e POI formula un pensiero sull'accaduto".
Tanti fattori esterni pregiudicano l'integrità del nostro pensiero. Vogliamo essere propositivi e ottimisti ma incontriamo così tanti ostacoli da sentirci sempre prossimi alla resa. Non vorremmo mai, eppure quante volte tentenniamo e diciamo "No, così non ce la faccio"?. 
Lo vedo su di me: quando approccio il mio lavoro con qualche dubbio, la giornata è fiacca, semino poco, raccolgo anche meno; quando invece parto con l'idea che io e Einstein ci diamo del Tu, allora produco senza sosta.
Ormai al termine della sua carriera, Muhammad Alì confessò: "Credete davvero che quando DICEVO di essere il più grande, fossi realmente convinto di esserlo? No di certo, ma l'unico modo per diventarlo era imporre ai miei amici, alla mia famiglia, ai miei allenatori e a me stesso di ripetermelo ogni giorno, per decine di volte al giorno. Quel magico mantra penetrava nella mia mente e si trasformava in un pensiero che non mi abbandonava. Diventavo quel pensiero. Sei il migliore, Sei il migliore. E lo sono stato". Questo era il suo segreto, ed è così che ha sconfitto avversari che lo avrebbero messo al tappeto senza pietà se con il pensiero, nella sua mente, non li avesse già sconfitti. E i suoi rivali, abbagliati da quella convinzione disarmante, percepivano la forza dirompente di quel pensiero vincente.
Scriveva Sun Tzu nell'Arte della Guerra: "Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere", ed è così. Il più nobile dei pensieri vince il più imbattibile dei nostri oscuri avversari; perché il suo gancio arriva PRIMA. E' un pensiero nobile, contro.di lui non hanno scampo. 
I pensieri hanno ali d'angelo; le parole hanno gambe umane.
Sun Tzu diceva anche: "Combatti con metodi ortodossi, vinci con metodi straordinari". Pensare l'impossibile per ottenere l'impensabile è un metodo straordinario. 
Nei tre anni di scuola media ero uno di quegli studenti magrolini che prende sempre botte dai numeri uno che mettono all'angolo i tipi come me per farsi belli agli occhi delle fanciulle. Qualcuno avrebbe mai creduto che sarei riuscito in qualcosa? Il me plasmato da una società perdente era un perdente. Il me deceduto qualche anno fa non ne era in grado. Ma ho creduto nell'impossibile, e ho ottenuto qualcosa che si riteneva impensabile, niente che abbia a che fare con la materia. E' una questione di Spirito.
Eppure tante volte ho fallito la prova del pensiero, mi sono lasciato avviluppare da immagini contorte che dipingevano ai miei occhi un ritratto di me che non rispecchiava il mio "vero" me. Ma io inciampo per contratto. 

Voi dovete fare meglio.
E chissà, forse un giorno scopriremo che qualcuno avrà letto questo messaggio PRIMA che lo pubblicassi.
VVB