Lei è sempre li. Un po' Alice, un po' Coraline, siede in un angolo, sempre lo stesso. Non parla, non partecipa. Ma è sempre lì che ascolta. Anche se ripeto la lezione due volte, vuol riascoltare perché – dice – quando ritorno su un argomento, c’è sempre qualcosa da imparare.
L’unico momento che mi concedo è un gesto rituale prima iniziare, quando faccio tintinnare il suo dono da lontano, quel dono che porto sempre con me, e di cui vi dirò alla fine.
Ultimo giorno, ultima lezione del primo anno. Avevamo avuto la stessa idea, scambiarci qualcosa che riassumesse, con un gesto, il senso di un percorso fatto assieme.
Quando entri nelle grandi librerie, ci sono questi cesti enormi colmi di peluche. Sono centinaia, tutti uguali, stoffa uguale, cuciture uguali, imbottitura uguale, macchina che li sforna uguale. Anche la targhetta che ne attesta l’autenticità è uguale.
Ma quando ne scegli uno, uno tra i tanti, non è più un anonimo prodotto di fabbrica. Diventa quello che tu hai scelto. Mi piaceva perché sembrava avesse gli stessi occhi curiosi di quella che io chiamo “piccola pietra di giada”; dicono che questa bellissima roccia verde ha un potere magico, cura il cuore e veicola le emozioni.
Ho cosparso il piccolo peluche dai grandi occhioni con un’essenza che viene da lontano e che oggi non si produce più. Era il lascito di qualcuno che ormai è lontano e che non ritornerà mai più.
Quando le ho consegnato quel fagotto profumato, era come un attestato di fine anno e non mi aspettavo che avesse anche lei qualcosa per me. Quel soffice gomitolo di stoffa non era più un oggetto qualunque: era per un simbolo di gratitudine, un gesto di amicizia. Lei ha fatto il resto, ha caricato quel dono di significati più grandi, rendendolo ancora più prezioso. Lo porta con sé nei viaggi, lo custodisce come fosse un tesoro, È così che un oggetto uguale agli altri diventa un pezzo unico e raro, più bello, più lucente, che vale più di qualsiasi gioiello.
Come sarebbe il mondo se fossimo in grado di trasformare ogni anonimo scarto, se riuscissimo a far sentire ogni anima che crede di essere “una tra le tante” come se fosse ciò che è, un dono unico e raro? Cosa diventerebbe il nostro pianeta se ogni foglia di ogni albero, ogni pietra ai bordi della strada, ogni soffio d’aria, ogni animale, ogni fratello, ogni sorella, ogni altro abitante che si trova lontano, con il nostro aiuto, riscoprisse di essere un frammento unico e raro della Vita?
Faremmo del mondo una miniera d’oro. Dove tutto risplende e ha valore.
E, infine, il suo dono. Una piccola bussola, molto fine, ricercata, discreta e semplice, di cui ho capito il significato un po’ di tempo dopo. Era un modo per dirmi: “Ormai ti conosco Prof; quando ti sentirai perso, saprai a quale bussola affidarti per uscire dal buio”. Ecco, un altro semplice oggetto che acquista un valore immensamente grande.
Chi zittisce e non ascolta, precipita il pianeta nell'ombra; chi vaga insegnando che questo pianeta è un laboratorio e noi un esperimento, non solo sbaglia sapendo di farlo. Offende e Vi manca di rispetto.
- Ci vediamo al Bivio, Ragazzi
(anche se a volte proveranno a separarci)
VVB